La nostra storia inizia nel 1930 quando Armando Malossi fonda a
Bologna la Cicli e Moto Malossi, impresa rivolta alla costruzione
di cicli e alla riparazione di moto. Per quanto quelli fossero anni
molto difficili, nemmeno il terremoto, un metro di neve e la crisi
economica del ’29, riuscirono a smorzare il suo entusiasmo. Risale
a quell’anno il suo matrimonio con la signorina Laura Casoni,
subito coronato dalla nascita del figlio primogenito, Ugo. Il
quadro storico non era certo dei migliori: la guerra di Spagna, la
guerra d’Africa, le sanzioni, e poi, nel 1940, l’inizio della
seconda Guerra Mondiale e i bombardamenti che, di lì a poco,
avrebbero cominciato a colpire la città di Bologna. Nel 1943 una
bomba rase al suolo il laboratorio di Armando e rese inagibile
l’abitazione. Lungi dallo scoraggiarsi, Armando raccolse
l’attrezzatura scampata alla distruzione dello stabile e trasferì
la sua attività in un piccolo locale fuori città. La situazione
generale si faceva sempre più critica e l’attività di Armando si
trovò a dovere fronteggiare un mondo stravolto dalla guerra. A
circolare erano solo poche biciclette, i ricambi erano introvabili,
i pneumatici potevano essere acquistati solo alla borsa nera, tutte
le auto e le moto ancora funzionanti erano state requisite e
consegnate all’esercito e, come se non bastasse, non si trovava
nemmeno più il carburante. Nella primavera del 1945, un mese prima
della fine della guerra, nasce il secondogenito, Sandro. La spinta
alla ricostruzione dà nuova linfa e nuovi stimoli all’impresa di
Armando. La vita ricomincia lentamente a ritornare alla normalità.
Ormai si ripara di tutto, si costruiscono biciclette e anche
qualche ciclomotore, si restaurano le moto militari, i residuati
bellici e le vecchie moto scampate alle requisizioni perché erano
state nascoste nelle cantine e nei fienili. L’industria
motociclistica pian piano riparte e fanno la loro comparsa i primi
motorini ausiliari da combinare alle biciclette. Tra i numerosi
marchi presenti, come non ricordare il Mosquito della Garelli e il
Cucciolo della Ducati? Per non parlare della moto Guzzi, della
Gilera e della Benelli, marchi storici italiani, e di tutte le
altre grandi marche europee che risorgono ovunque. In quel periodo
di ristrettezze economiche inimmaginabili per chi vive nella
prosperità dei nostri tempi, i prezzi di questi motocicli erano
fuori dalla portata della gente. Questa circostanza indusse
Armando, pieno com’era di passione e di spirito d’iniziativa, ad
acquistare due moto Guzzi 500 e una lambretta per affittarle.